Prevenire l’Alzheimer grazie al tè verde

Tè verde contro l'Alzheimer

Sembra che per proteggere il proprio cervello dall’avanzare della malattia di Alzheimer o della demenza basti sorseggiare periodicamente una bella tazza di tè verde.

Così semplice?

Beh in effetti si, e a confermarlo non c’è solo uno studio, ma diverse ricerche scientifiche che sono giunte alle medesime conclusioni.

In particolare il merito è da attribuire a uno specifico flavonoide contenuto nel tè verde che si è dimostrato in grado di proteggere in modo molto efficace e promettente il nostro cervello.

Il neurologo Henry L. Paulson dell’Università del Michigan descrive le potenti proprietà dell’ ECGC (epigallocatechin-3-gallate) il flavonoide del tè verde: è in grado di proteggere il cervello dall’accumulo delle placche amiloidi che sono correlate con il deterioramento delle cellule nervose collegato con la malattia di Alzheimer.

Studio numero 1

Ricerca pubblicata nel “Proceedings of the National Academy of Scienze” dalla scienziata cinese Mi Hee Lim e dal suo team che mostra come ECGC, un flavonoide contenuto del tè verde possa agire sulla beta-amiloide, una proteina che tende a formate placche, ostacolando questo processo.

Studio numero 2

In uno studio pubblicato sul “Journal of Biological Chemistry” da un team di ricercatori britannici dell’ University of Leeds, è stato aggiunto l’estratto di tè verde e il resveratrolo, estratto dal vino rosso alle proteine amiloidi trovando un’azione preventiva dei bioflavonoidi contro l’attacco alle cellule nervose da parte delle placche.

Studio numero 3

Un ultimo studio pubblicato nel’agosto 2012 sull’ “European Journal of Clinical Nutrition” e condotto su un campione di 12 persone, trova nuove conferme su quanto detto in precedenza.

Degno di nota che il suddetto studio è stato condotto in doppio cieco, cosa non così scontata e cosa ancora più importante che per la prima volta è stata usata la tecnologia MRI per osservare e valutare gli effetti dell’ECGC sul cervello.

I ricercatori hanno potuto osservare un incremento dell’attività della corteccia prefrontale dorsolaterale, zona responsabile della memoria di lavoro. Inoltre si è constatato come questo aumento di attività fosse dose dipendente: più tè verde veniva somministrato maggiore era l’attività celebrale.

Concludendo

Come sempre questo genere di studi è accompagnato da note del tipo che i risultati non possono essere considerati definitivi fino a quando non verranno eseguiti altri studi su un campione più grande di persone.

Vero è che quando si parla di tè verde in particolare non esistono molti aspetti negativi (caffeina a parte, ma quale cosa assunta in eccesso non causa danni?).

Rimanendo comunque all’interno di una assunzione media non esistono dati o studi che testimonino effetti dannosi sulla salute da parte del tè verde, anzi esistono molte ricerche che mostrano molti altri effetti positivi di questa bevanda, come la prevenzione dal tumore del seno o dalla malattia di Parkinson.

Quindi, a quando la prossima tazza di tè verde tutti assieme?