Tecarterapia: scopri cos’è e quanto sia efficace la tecar secondo la scienza

Tecar Terapia

Cos’è la tecarterapia

La tecarterapia, chiamata anche tecar o meno precisamente diatermia, è un elettromedicale che negli ultimi anni sta riscuotendo molto successo e che comincia ad essere uno dei trattamenti fisioterapici più richiesti e anche prescritti dai medici.

La diatermia nasce in ambito sportivo promettendo di diminuire i tempi di guarigione in caso di infortuni o patologie infiammatorie, ma i suoi campi di applicazione secondo i detrattori sono vastissimi arrivando fino all’estetica.

Prendendo il suo libretto di istruzioni notiamo come il meccanismo di azione non sia una novità se non per il range di frequenze a cui lavora (la diatermia è conosciuta da anni, ma questo non vuol dire che funzioni scientificamente parlando).

In soldoni abbiamo 4 semplici caratteristiche:

  • L’omogeneità perché l’aumento del calore è costante e determinato dal generatore
  • La profondità perché l’energia non subisce dissipazione nel trasferimento al tessuto
  • La focalità perché l’effetto biologico di attrazione delle cariche avviene solo nella zona di applicazione
  • L’innoquità perché non c’è corrente per contatto, ma avviene come movimento di cariche ioniche naturali

Il suo successo che ormai imperversa da anni è ristretto però alla sola Italia e Spagna, mentre nel resto del mondo non è presa molto in considerazione.

E tra poco capiremo il perché.

Come dovrebbe funzionare

A differenza delle altre terapie fisiche tradizionali come laser, tens e ultrasuoni per citare le più famose, dove l’energia viene trasferita al corpo da una fonte esterna, la tecar riesce da produrre energia dall’interno.

In particolare il principio del condensatore ci illustra come il calore venga sviluppato in modo endogeno e non più esogeno.

In parole povere questo elettromedicale stimola l’energia a livello biologico, migliorando (forse) i naturali processi antinfiammatori e di riparazione all’interno dei tessuti.

Più nel particolare vediamo come funziona il modello del condensatore:

  • Un conduttore è l’elettrodo collegato al generatore
  • Il secondo conduttore è il tessuto biologico
  • L’isolante è una particolare crema
  • Sui conduttori si accumulano cariche elettriche che si oppongono alla corrente fino a ridurla a zero (sistema carico)
  • Sulla zona prescelta si concentrerà un flusso di cariche con effetto termogenico (endogeno) e attivazione metabolica

Se mai hai provato, come fisioterapista o come paziente, una Tecar, avrai notato che ci sono due manipoli:

  • Uno resistivo
  • Uno capacitivo

Quando l’elettrodo mobile non è protetto e non risulta isolato elettricamente (resistivo) si ha una concentrazione di cariche nei tessuti con più alta resistenza, fungendo loro stessi da isolante:

  • Tessuto osseo
  • Tessuto tendineo
  • Articolazioni

Nel caso in cui invece l’elettrodo usato è protetto e quindi isolato (capacitivo) la concentrazione di cariche si ha solo in prossimità della sede di applicazione della Tecar, che in parole povere si traduce in:

  • Specificità nell’intervento dove si ha l’indicazione di trattamento
  • Facilità di controllo della zona di applicazione
  • Un’azione riparativa del tessuto muscolare
  • Un’azione rigenerante del sistema vascolare e linfatico

Una cosa fondamentale che ti invito a segnare e che riprenderemo dopo per capire se alla fine funziona oppure no è che in base agli studi condotti, si è scelta una frequenza molto particolare di utilizzo, 0,485 MHz.

Proprio grazie a questa scelta la Tecarterapia risulta avere meno controindicazioni rispetto ad altre diatermie che utilizzano frequenze decisamente maggiori.

Altra nota che sembra positiva è che il suo funzionamento non diretto come gli altri elettromedicali permetterebbe di agire sia sui tessuti biologici esterni che profondi omogeneamente.

Gli altri elettromedicali a sistemi radianti infatti subiscono una grande dispersione dell’energia erogata già nei primi micron di tessuto incontrato.

Sempre a livello teorico per avere un risultato in profondità, come ad esempio una lesione muscolare o una patologia ossea o articolare, si necessita di forti frequenze con grandi limitazioni dovute al calore emanato.

II condizionale è d’obbligo in quanto questo è quello che riportano le varie aziende produttrici e i vari venditori, ma che non vuol dire che sia scientificamente provato. Questo punto lo affrontiamo presto però.

Controindicazioni

Oltre alle migliaia di presunti benefici (che vedremo nel prossimo paragrafo) e nonostante sia un elettromedicale sicuro (difficilmente potrà causarvi ulteriori problemi), esistono anche per lei delle controindicazioni a cui prestare molta attenzione se si vuole lavorare in sicurezza:

  • Presenza di infezioni
  • Deficit di sensibilità (il paziente non riesce a comunicare un eventuale eccesso di calore)
  • Tromboflebiti e coagulopatie.
  • Presenza di protesi metalliche
  • Morbo di Parkinson
  • Neoplasie
  • Portatori di pace-maker
  • Donne in gravidanza

Presunti benefici e presunte indicazioni

Sempre partendo dal nostro dépliant “Tecarterapico” possiamo trovare tantissimi effetti benefici (non dimostrati):

  • Una riduzione del dolore grazie alla liberazione delle endorfine
  • Un aumento della vasodilatazione con miglioramento del trasporto di ossigeno e nutrienti
  • Un aumento della velocità di riassorbimento emorragico e dell’asportazione di cataboliti
  • Una riduzione della viscosità tessutale con aumento dell’estensibilità del collagene
  • Una riduzione di spasmi e contratture muscolari
  • Un miglioramento del macro e del micro circolo ematico e circolatorio
  • Un aumento della velocità del linfodrenaggio
  • Un aumento della velocità di rigenerazione e della qualità del tessuto muscolare
  • Una più veloce riparazione delle strutture alterate a livello osseo e cartilagineo

Il tutto incrementando il flusso del sangue e del sistema linfatico-venoso e migliorando il nutrimento cellulare, lo smaltimento di tossine dal sito infiammatorio e l’afflusso di cellule deputate a processi riparativi.

In pratica una panacea per qualsiasi dolore di pertinenza fisioterapica!

In effetti si è passati da un sano e giustificato scetticismo a una smodata richiesta di questo macchinario per quasi ogni genere di problema:

  • Patologie croniche
  • Condizioni traumatiche
  • Situazioni infiammatorie

Ogni giorno vedo prescrizioni di Tecar per:

Personalmente credo che la fama di cui gode la Tecar non sia molto giustificata, ma un enorme risultato di marketing.

Adesso vediamo di argomentare un po’ questa affermazione.

Dubbi, controversie e validità scientifica

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto, con molte riserve come funziona e cosa è capace di fare la tecarterapia a livello teorico.

La teoria, per quanto molto bella e articolata, però ha poco valore in ambito sanitario se non viene avvalorata da studi scientifici concreti.

Questi ultimi non sono tutti uguali e variano in base alla loro validità: le evidenze scientifiche seguono infatti una piramide dove al culmine ci sono le meta-analisi e le revisioni sistemiche con il massimo grado di affidabilità, mentre al lato opposto troviamo le opinioni degli esperti o i case study.

Queste vengono prese in considerazione esclusivamente in assenza di altre prove scientifiche più serie.

Il gold standard quando parliamo di salute devono essere randomizzati e prevedere un doppio cieco: solo in questo modo è possibile escludere l’effetto placebo e verificare senza dubbio quanto una terapia sia efficace.

Per esempio nel caso della tecar, sarebbe possibile creare un gruppo A e un gruppo B, il primo al quale eseguire la tecar con la frequenza specifica di 0,485 MHz (la sua frequenza magica che la distingue dalle altre diatermie) e il secondo a cui applicare una frequenza diversa.

In questo modo per altro anche l’operatore più esperto penserebbe di star somministrando la tecarterapia corretta anche nel secondo caso.

Infatti per avere un doppio cieco ed escludere il placebo derivante dall’influenza dell’operatore, quest’ultimo deve essere convinto di somministrare la stessa cura sia al gruppo a e a quello b di controllo.

In più di 25 anni di presenza di questa terapia sono stati eseguiti la bellezza di ZERO studi clinici di questo tipo.

Solo nel 2018 uno studio spagnolo (Duñabeitia I et al, 2018) mette in evidenza come non ci siano differenze di effetto sul recupero tra un gruppo a cui è stata somministrata una seduta di 15 minuti in modalità “resistiva” e di 10 minuti in modalità “capacitiva” e il gruppo di controllo a cui è stato chiesto di rimanere semplicemente seduto per 25 minuti senza far niente.

Ora il mio ragionamento è semplice: perché mai un’azienda che può verificare inequivocabilmente la bontà del suo elettromedicale a livello mondiale non deve investire in questo genere di studi?

Io una risposta in mente l’avrei.

Precisiamo che non è una questione di soldi: con tutti quelli guadagnati in questi anni si potrebbe tranquillamente investire in questo ambito, con la possibilità di verificare a livello scientifico le loro teorie e avere in seguito un ritorno economico e d’immagine impressionante.

Questo discorso vale ovviamente per tantissimi altri elettromedicali e proprio per questo motivo ho deciso di non utilizzarli nel mio studio.

La diatermia inoltre non è una novità: è infatti studiata da molti anni con frequenze diverse da quella della Tecar.

Quest’ultima infatti possiede una frequenza (magica) e molto precisa di 0,485 MHz che è decisamente inferiore rispetto alle altre diatermie e terapie simili più studiate come:

  • Diatermia ad onde corte (27MHz)
  • Ipertermia (454 MHz)
  • Radioterapia (2,5 GHz)

Un errore che molti colleghi commetto è quello di cercare il termine diathermy nella letteratura scientifica trovando diversi studi che non riguardano la tecar, ma altre diatermie.

In ogni caso anche per queste ultime, nonostante siano presenti più studi, il dibattito rimane molto aperto e non esistono ancora prove concrete di validità scientifica.