Il latte fa bene o fa male? Ecco la verità sul latte secondo la scienza

Il latte fa bene o fa male

Il latte è un alimento salutare e completo per eccellenza oppure è la chimera da combattere con tutti i mezzi?

Come nella maggior parte delle domande inerenti la salute le risposte “nero” o “bianco” non sono mai quelle esatte.

La soluzione al problema se bere il latte faccia bene oppure faccia male si colora di una grande varietà di grigi.

La risposta più opportuna a prima vista sembrerebbe essere racchiusa in una semplice parola: dipende!

Vediamo assieme se è così.

Tanta confusione

Premetto che non sono un biologo nutrizionista o un dietologo, ma sono tanti anni che mi interesso di questo alimento per passione e per motivi di salute.

In questa ultima decade almeno un paio di volte all’anno sento notizie provenienti da chissà quale fonte che parlano bene o male del latte.

La controversia è molto grande ed è possibile constatarlo con una breve ricerca in internet: demonizzato o santificato, tutti parlano di latte!

Il problema non sono solo le persone che improvvisano diete dal nulla e che denigrano o idolatrano il latte in base a come tira il vento, ma a far ancora più confusione ci si mettono anche gli studi scientifici.

Per fare un po’ di chiarezza risponderemo a un po’ di domande classiche grazie all’aiuto di alcuni ricercatori sparsi per il mondo.

Riduce le fratture ossee?

Una delle qualità più decantate del latte è quella di rendere le ossa più forti e di conseguenza diminuire il rischio di fratture ossee.

Rendere il nostro apparato scheletrico più forte è forse il cavallo di battaglia più importante usato dai produttori di latte e pertanto proprio questa qualità è anche la più conosciuta dalle famiglie.

Il primo studio che vi fornisce qualche informazione risale al 28 ottobre 2014 (Milk intake and risk of mortality and fractures in women and men: cohort studies) ed è stato pubblicato sul British Medical Journal.

I ricercatori affermano che non ci sia alcuna dimostrazione che il consumo di latte (e formaggi) prevenga il rischio di fratture ossee, ma addirittura un alto consumo di quest’ultimi risulti in tal senso nocivo.

Il perché sembrerebbe risiedere nell’effetto tampone che si accompagna all’abuso nel consumo di latticini e che porta a una inversione di calcificazione.

Sempre nel 2014 e più precisamente nel mese di gennaio viene pubblicato un altro articolo su JAMA Pediatrics (Milk Consumption During Teenage Years and Risk of Hip Fractures in Older Adults) nel quale i ricercatori arrivano a sentenze simili.

In sostanza anche in questo caso la conclusione è che più latte i pazienti maschi hanno bevuto da adolescenti, maggiore è stato il rischio di avere una frattura di anca andando avanti negli anni.

Una curiosità emersa che interessa è la correlazione tra il consumo di latte e il quanto cresciamo e in quanto tempo.

Questi dati sono stati confermati anche in una revisione del 2020 (Milk and Health) pubblicata sul The New England Journal of Medicine:

Sebbene questa correlazione possa non essere causale e potrebbe essere dovuta alla carenza di vitamina D nei paesi dove è stata svolta la ricerca e all’etnia, il basso consumo di latte è chiaramente compatibile con bassi tassi di frattura dell’anca.

Latte e tumori

Un altro grande argomento di grande discussione tra i detrattori delle varie diete presenti nel palcoscenico mondiale è la correlazione tra consumo di latte e tumori.

Purtroppo anche in questo caso le ricerche non danno una risposta univoca, ma il risultato dipende molto dalla tipologia di tumore che si prende in considerazione.

Partiamo con una nota positiva: il consumo di latte e derivati sembra correlato a un minor rischio di contrarre un tumore al colon-retto, come affermato su Annals of Oncology nel 2012 (Dairy products and colorectal cancer risk: a sys-tematic review and meta-analysis of co-hort studies).

Purtroppo gli effetti positivi, anche se parliamo del terzo tumore per numero di casi, finiscono qui.

Secondo la revisione del 2020 citata in precedenza il consumo di latte e prodotti caseari è associato a un aumento del rischio nel:

  • Tumore alla prostata (specialmente nelle forme aggressive)
  • Tumore all’endometriosi (specialmente nelle donne in post-menopausa)

La stessa ricerca sembra invece mostrare dati molto incerti e quindi si ipotizza una non correlazione con:

  • Tumore alle ovaie
  • Tumore al seno

Parlando di quest’ultima forma, un altro studio sulla dieta delle adolescenti mostra come non ci sia correlazione tra l’assunzione di latte e il tumore al seno.

Diabete di tipo 1 e 2

Per quanto riguarda il diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2 non sembrano esserci correlazioni tra la loro insorgenza e il consumo di latte.

L’unico studio che sembra trovare una correlazione positiva (Plain-water intake and risk of type 2 diabetes in young and middle-aged women – 2012) ci indica che il rischio di diabete di tipo 2 è:

  • Minore in chi consuma latte invece di bibite zuccherate o succhi di frutta
  • Maggiore in chi consuma latte invece di caffè

In ogni caso le relazioni trovate in questi studi sono sempre molto sottili e fragili.

Problemi cardiovascolari e pressione

Anche sulla pressione e il sistema cardiovascolare sono state fatte numerose ricerche per capire come possa influire l’assunzione di latte, specialmente perché molti la associano a un abbassamento della pressione.

In realtà non è emerso niente di chiaro se non che nelle diete molto ricche di amido introdurre moderate quantità di latte e latticini può portare a una riduzione del rischio di problemi al cuore.

In sostanza si ottengono risultati diversi in base agli alimenti a cui si paragona l’assunzione di latte (Major di-etary protein sources and risk of coronary heart disease in women. Circulation 2010)

  • Minor rischio cardiovascolare rispetto a una stessa dose di carne rossa
  • Maggior rischio con una stessa dose di pesce o di noccioline

Questa però non è esattamente una novità!

Anche le evidenze sul miglioramento della pressione alta in correlazione al latte sono molto confuse (perché insieme alla riduzione di latte si aumentava il consumo di vegetali e si riduceva il sodio), molto meglio seguire altre strade (rimedi per abbassare la pressione alta)

Dimagrimento e latte

Anche in questo caso i ricercatori di diversi studi non hanno ottenuto grossi risultati, anzi sembrerebbe che per perdere chili non ci sia differenza tra l’assunzione di latte scremato o intero, come spesso avrete sentito dire.

Per assurdo nei bambini alcune ricerche indicano che il latte scremato è più correlato all’obesità infantile di quello intero.

Quello che invece risulta utile nel perdere peso secondo lo studio Milk and Health è l’assunzione costante di yogurt, probabilmente per l’effetto positivo sulla flora intestinale (probiotici).

Intolleranze e allergie

Questi problemi alimentari sono tra i più diffusi al mondo e colpiscono ogni anno tantissime persone.

Un dato significativo ci dice che l’allergia alle proteine del latte colpisce il 4% degli infanti nel mondo causando considerevoli problemi nutrizionali.

Le ricerche suggeriscono, ma non confermano ancora, una relazione tra il consumo di latte e l’aumento di:

  • Allergie alimentari
  • Asma
  • Dermatite atopica
  • Eczema

In ogni caso va fatta una distinzione tra allergie alle proteine del latte e intolleranza al lattosio.

In quest’ultimo caso infatti avviene infatti che l’organismo adulto non riesce più a produrre l’enzima lattasi (che serve a digerire il lattosio) e il latte arriva nell’intestino crasso ancora non digerito.

La flora intestinale così attacca il lattosio, ma fino a quando ciò non avviene la sostanza non digerita provoca processi fermentativi, provocando:

Considerazioni Finali

Chi demonizza il latte normalmente è oggettivamente avvalorato dal fatto che siamo, ad oggi, l’unica specie che si ciba di latte di altre specie e inoltre continua anche in età adulta.

Questo non per forza può essere visto come un lato negativo: se infatti non avessimo problemi fisici nell’assunzione del latte non ci sarebbero problemi.

Su questo punto la scienza non ha ancora dati certi e nonostante le molte ricerche effettuate è difficile capire quando il latte sia consigliato e quando no.

Ciò che emerge è che le raccomandazioni di tre porzioni giornaliere di latte o derivati non risultano giustificate.

La quantità di latte dipende dalla qualità della propria dieta:

  • Se non è elevata (paesi in via di sviluppo) il latte è consigliato
  • Se è già elevata il latte non sembra essenziale, anzi

Il calcio e la vitamina D, nutrienti importanti nel latte, possono essere tranquillamente ottenuti con una dieta corretta da altri alimenti.

In sostanza possiamo concludere dicendo che:

  • Non ci sono evidenze che confermino la necessità di bere latte per la salute
  • Il consumo di latte negli adulti dovrebbe attestarsi su massimo 2 porzioni al giorno (ma anche zero)
  • Il latte scremato non andrebbe preferito a quello intero
  • Il latte sembra correlato solo al tumore alla prostata o all’endometrio, ma preverrebbe quello al colon-retto
  • Il consumo di latte non previene le fratture ossee, anzi un suo eccesso le favorirebbe

In attesa di ricerche ancora più approfondite vi consiglio sempre di seguire i consigli degli esperti su tipologia e quantità (in base alla vostra dieta).

Unico consiglio sempre valido per tutti è quello di evitare gli eccessi di latte e derivati (come i formaggi), che come visto hanno riscontrato effetti dannosi alla salute.

Siete alla ricerca di altri consigli riguardo le proprietà degli altri alimenti oltre al latte?

Vi invito allora a leggere: Proprietà alimenti: l’elenco completo dei benefici dei cibi