Il neonato piange troppo? Forse è colpa dell’ ansia materna

Ansia mamma e pianto neonato

Il legame che esiste fin dall’inizio tra una mamma e suo figlio è un dato di fatto.

Molti genitori però ignorano le forti interazioni che si instaurano già durante i mesi di gravidanza tra il piccolo, la mamma e l’ambiente esterno.

Trascurando per un momento ciò che circonda la pancia della mamma, come suoni, calore, tocchi, sensazioni positivi o negative, focalizziamoci su quello che il bimbo sente direttamente da sua madre.

La ricerca

Oggi una ricerca pubblicata sulla rivista Archives of Disease in Childhood, condotta da Johanna Petzold dell’Università di Dresden prova a dimostrare come l’ansia della mamma già in gravidanza possa essere legata a un numero maggiore di ore di pianto del bebè.

Avete capito bene!

Sembrerebbe che le emozioni che prova una mamma sin dai primi giorni di gravidanza vengano sentite e interpretate dal proprio figlio ancora nella pancia.

300 gestanti seguite

Lo studio tedesco per dimostrare come l’ansia della mamma possa influenzare l’umore del neonato ha coinvolto quasi 300 donne incinte, seguite sin dai primi giorni della gravidanza fino al momento del parto.

Infine ognuna di esse è stata ricontattata dai ricercatori quando il loro figlio aveva 4 mesi e poi 16 mesi.

A ogni mamma sono stati consegnati dei questionari sia nella gravidanza che dopo il parto chiedendo se soffrissero di disturbi legati all’ansia o a depressione.

Infine è stato chiesto loro di  segnalare se loro figlio piangesse più di tre ore al giorno per più giorni alla settimana.

Dall’analisi dei dati raccolti è risultato una correlazione molto rilevante tra l’ansia in gravidanza e un eccessivo pianto del neonato.

Il bambino reagisce in modo negativo all’ansia

La ricerca è molto interessante perché mette in evidenza come un’alta irritabilità con conseguente difficoltà a consolarsi del bambino possa essere messo in relazione con un’eccessivo stato di ansia della mamma nel periodo prenatale.

Risulta quindi facile intuire come l’agitazione e le preoccupazioni che accompagnano ogni giorno molte future neomamma se mal gestite possano influenzare il carattere del proprio futuro figlio, sicuramente nei primi anni di vita, ma forse anche più in là.

Allo stesso modo se una madre riesce a non cadere subito in ansia, ma si controlla in modo più tranquillo, riuscirà a creare con suo figlio un attaccamento più sicuro.

Da notare come lo studio evidenzi una relazione maggiore proprio nel periodo prenatale.

Il legame tra mamma e bambino

Questa ennesima ricerca conferma ancora una volta l’estrema importanza del legame che si instaura tra una mamma e il proprio figlio fin dai primi istanti del concepimento e che prosegue sempre per ogni giorno della vita di entrambi.