Tendinite del capo lungo del bicipite: sintomi, esercizi, cura e rimedi

Tendinite Capo Lungo del Bicipite

La tendinite del capo lungo del bicipite è una infiammazione, spesso invalidante che coinvolge l’articolazione della spalla con un dolore situato prevalentemente sulla parte anteriore della stessa.

Sintomi della tendinite del capo lungo del bicipite

Le sintomatologie legate a questa problematica sono abbastanza definite e facilmente riconoscibili quando non sono presenti altre problematiche alla spalla:

  • limitazione nei movimenti di elevazione dell’articolazione della spalla
  • dolore acuto a volte invalidante che impedisce l’esecuzione anche di semplici manovre come scrivere, vestirsi o mescolare
  • dolore che si sente anche alla palpazione del muscolo o del tendine e allo stiramento (stretching)
  • dolore che si irradia anche al ventre muscolare a volte fino al gomito
  • altre rigidità e limitazioni del movimento della spalla
  • possibile dolore anche durante la notte con difficoltà a dormire (difficoltà a trovare una posizione comoda per dormire)
  • sensazione di gonfiore, calore, crepitio, scricchiolii o punzecchiatura nella parte anteriore della spalla
  • debolezza del muscolo dovuto a inutilizzo con conseguente possibile ipotrofia (in fase cronica)
  • in caso di lesione totale (non si parla più di tendinite) è possibile vedere la forma a palla del muscolo bicipite (tipo braccio di ferro)

La tendinite del capo lungo del bicipite brachiale è una patologia da non prendere sotto gamba, complessa da trattare nel migliore dei modi.

Vien da sé che al manifestarsi dei primi sintomi convenga consultare un medico o un fisioterapista prima che il problema possa peggiorare, cronicizzare e finire per complicare anche la fase di riabilitazione.

Cause ed epidemiologia

Questa patologia della spalla può avere diverse cause come:

  • una instabilità cronica di dell’articolazione gleno-omerale
  • una sindrome della cuffia dei rotatori
  • trauma diretto alla spalla
  • invecchiamento e usura

Alcune persone hanno più possibilità di soffrire della tendinite del capo lungo del bicipite brachiale in quanto hanno un maggior numero di fattori di rischio:

  • sollevamento ripetitivo di carichi pesanti
  • lavori che necessitano del sollevamento di pesi al di sopra della spalla
  • sport come tennis, squash, pallavolo, nuoto o pole dance (per citarne alcuni)
  • utilizzo di farmaci corticosteroidi e fumo

La patologia del tendine del capo lungo del bicipite quando parliamo di atleti e sportivi si manifesta con un’incidenza del 55-60%, spesso correlata con un’instabilità di spalla e con una sindrome della cuffia dei rotatori (20-25%).

Eziopatogenesi e complicanze

Quando parliamo di tendinite del capo lungo del bicipite stiamo analizzando una patologia infiammatoria degenerativa, il che comporta una progressione nella degenerazione del tendine stesso a causa dello stimolo negativo protratto nel tempo.

Possiamo quindi trovare diversi gradi di lesione a carico di questo tendine;

  • Grado 0: tendine normale
  • Grado 1: lesione di grado minore con erosione o sfilacciatura che coinvolge meno della metà del diametro del tendine
  • Grado 2: lesione di grado severo con erosione o sfilacciatura che coinvolge più della metà del diametro del tendine
  • Grado 3: lesione con completa destrutturazione del tendine con probabile presenza di calcificazioni

Spesso un problema al capo lungo del bicipite brachiale comporta la comparsa di calcificazioni più o meno grandi con tutte le complicazioni del caso.

Il medico e il fisioterapista devono prendere molto in considerazione la presenza di calcificazioni e l’eventuale possibilità di un’operazione con l’ortopedico.

Infatti la presenza o meno di calcificazioni può invalidare o rendere molto più difficile la corretta riabilitaizone.

Spesso inoltre questa patologia è accompagnata da problematiche relative alla cuffia dei rotatori, in particolare stiamo parlando della tendinite del muscolo sovraspinoso.

Quando si presentano entrambe queste tendiniti della spalla, magari in presenza di una sindrome da impingement, o sindrome da conflitto sub-acromiale, il fisioterapista e il paziente devono svolgere un lavoro ancora più preciso e strutturato, non sempre facile.

La diagnosi corretta

Il punto di partenza quando il dolore diventa molto fastidioso, in alcuni casi insopportabile, è cercare di capire con una precisa diagnosi medica, cosa succede all’interno della spalla, attraverso:

  • Indagine ispettiva
  • Radiografia (per vedere modificazioni ossee strutturali della spalla)
  • Ecografia (per vedere lo stato di muscoli, tendini e articolazioni)
  • Tomografia computerizzata
  • Risonanza magnetica senza mezzo di contrasto
  • Risonanza magnetica con mezzo di contrasto intrarticolare
  • Artroscopia (per la porzione sia intra che extra articolare)

Una volta trovata la diagnosi è possibile procedere con la fisioterapia e la riabilitazione.

Riabilitazione, fisioterapia ed esercizi

Lo step fondamentale per questa patologia (come per la tendiniti del sovraspinoso) è la riabilitazione e la fortuna di trovare un fisioterapista esperto nel trattamento delle spalle.

In fase acuta è opportuno l’utilizzo di ghiaccio, per ridurre il grado di infiammazione con un certo periodo di riposo con utilizzo di farmaci alla necessità.

Attenzione però a non rimanere troppo tempo a riposo completo per non perdere troppo tono muscolare e ottenere come risultato una maggiore instabilità dell’articolazione.

In seguito le terapie strumentali come laser e tecar terapia possono trovare la loro utilità (personalmente non le applicherei in fase molto acuta).

Sicuramente è molto importante lavorare manualmente (con tecniche di massaggio specifiche) a livello della scapola, dell’articolazione scapolo-omerale e dell’omero per trattare contratture, spesso anche di compenso, e aderenze che possono limitare funzionalmente il range of motion.

Il passaggio alla kinesiterapia vera e propria è probabilmente il punto di snodo più importante che può definire se un intervento riabilitativo è stato efficace oppure no.

La chiave di volta è quindi l’esercizio terapeutico: l’utilizzo di una determinata tipologia di esercizio al momento giusto e di una corretta propedeuticità può portare a un completo recupero come impedirlo in modo più o meno consistente.

Programmare una serie di esercizi specifici risulta fondamentale per ridare una corretta fisiologia alle strutture della spalla.

Durante la riabilitazione possono essere utilizzate molte tipologie di esercizi: stretching, rinforzo muscolare dei muscoli tonici stabilizzatori, esercizi propriocettivi, utilizzo di elastici, esercizi funzionali ecc. solo per citarne alcuni e non sicuramente tutti.

Bisogna però sempre strutturare il programma di esercizi su misura alle capacità e al grado di infiammazione e dolore del paziente, rispettando i suoi tempi e adattando l’intervento di volta in volta.

Può risultare molto utile anche l’applicazione di un kinesio taping a Y per favorire l’azione drenante, antinfiammatoria e deocontratturante o di rinforzo, per favorire la ripresa funzionale dell’articolazione.

Come ultima nota ricordo come siano fondamentali:

Punti quest’ultimi spesso tralasciati o dimenticati in molti casi di riabilitazione della tendinite del capo luno del bicipite brachiale.

Tra i rimedi alternativi possiamo trovare anche la riflessologia plantare, l’agopuntura o il metodo Reflessage che, oltre a essere spesso utili ed efficaci, hanno il vantaggio di non avere controindicazioni non agendo direttamente sul problema.